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Michele Iaselli e Stefano Gorla, “Storia della Privacy”

che restava saldamente confinato, come mera vita riproduttiva, nell’ambito
dell’oikos. L’altro, invece, quello della polis, era legato ad uno specifico
della politica, il linguaggio, e aveva a che fare con la libertà. La distinzione
tra sfera domestica privata e sfera politica pubblica è importante per le
conseguenze, oltre che per il tipo di rapporti che si instaurano tra i membri
che vi appartengono.
La polis, infatti, si distingueva dalla sfera domestica perché si basava sull’u-
guaglianza di tutti i cittadini, mentre la vita familiare era basata sul totale
dominio del capofamiglia (despotes), soggetta alla disuguaglianza di ruoli.
Solo quando il capofamiglia lasciava la casa e accedeva alla sfera pubblica
era considerato libero.

Questa paradigmatica distinzione di ruoli e di qualità di relazioni, tuttavia,
decade con ‘l’avvento della sfera del sociale, allorché l’amministrazione do-
mestica, delle sue attività peculiari (economia viene da oikos, casa), dei suoi
problemi e dei suoi strumenti specifici fuoriesce “dall’oscura interiorità del-
la casa alla luce della sfera pubblica”; ciò ha “non solo confuso l’antica de-
marcazione tra il privato e il politico ma ha anche modificato, fino a render-
lo irriconoscibile, il significato dei due termini e la loro importanza per la
vita dell’individuo e del cittadino.”[4]
La posizione arendtiana ci offre la possibilità di fare uno spostamento late-
rale rispetto alla usuale concezione della privacy, vista come semplice se-
parazione dalla sfera degli affari collettivi. In realtà essa vi appartiene inti-
mamente, poiché il suo luogo di provenienza è lo spazio domestico, il
quale, come abbiamo visto, è all’origine delle attività economiche.

Così la Arendt:
“Nella sensibilità antica, l’aspetto di deprivazione della privacy, indicato nella paro-
la stessa, era considerato predominante; significava letteralmente uno stato di pri-
vazione che poteva toccare facoltà più alte e più umane. (…) Noi non pensiamo più

[4]	 H. Arendt, Vita cit.

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